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PEONIE al Bed and Breakfast

>> martedì 27 aprile 2010

Oggi 10 aprile 2010 è sbocciata , nel giardino del B&B La Casa del Vescovo di Pagno la prima fra le peonie: la peonia di "Padre David". E' un cespuglietto modesto che quasi disturba la fioritura dei narcisi e delle primule, ma che ostenta spavaldamente i suoi delicati fiori al di sopra del fogliame.
Pagno, piccola cittadina della Val Bronda, vicino a Saluzzo, è sicuramente meta importante per un itinerario culturale nonchè per una vacanza di relax.
Pierfranco Cavazzuti, padrone di casa del B&B La Casa del Vescovo di Pagno insieme a Liliana, nonchè autore di numerosi scritti, ci ha inviato questo breve racconto di come è riuscito a trovare la peonia di Padre David.

..."Sono già trascorsi alcuni anni da quando ha iniziato a regalarci lo spettacolo della sua precocissima fioritura, che ogni volta desta l'ammirazione dei nostri amici, dai quali, prima o poi, ci giunge quella stessa domanda: "Da dove viene e come si chiama?"
"E' la peonia di Padre David" rispondo semplicemente....
L'Abate Jean Pierre Armand David, meglio conosciuto come Père David, era un missionario dell'ordine Francescano che fra il 1862 ed il 1888 é vissuto in Cina, dove ha fondato una missione e un Seminario cattolico. Père David era anche uno scienziato - è stato docente di scienze all'Università di Genova - ed all'anima del missionario univa quella del ricercatore appassionato e instancabile, versato in ogni campo dello scibile naturalistico.
Su un testo avevo trovato la citazione che indicava la città di Baoxing come sede della missione di Père David, una città situata nella parte bassa di una vastissima valle, che un tempo segnava il confine fra la Cina ed il Tibet. Sembrava facile rintracciarla, ma le valli cinesi che scendono dall'altipiano tibetano sono tutt'altra cosa che le nostre valli alpine, lunghe centinaia di chilometri, hanno un buon numero di valli laterali, lunghe ciascuna quanto la valle Varaita.
Io e Liliana ci eravamo già stati una volta a Baoxing, e nei suoi dintorni avevano visitato un Centro studi sugli animali rari e minacciati, una struttura di scarso interesse che nelle gabbie custodiva alcune scimmie e un panda gigante con tre sole zampe, vittima di una tagliola dei bracconieri. I responsabili del Centro ci avevano offerto ospitalità nelle camere deli ospiti della struttura, e noi ne avevamo approfittato per approfondire l'argomento Pèere David con i ricercatori che lavoravano al centro, ma nessun di loro ne aveva mai sentito parlare.
Tornammo a ripercorrere quella valle nel 2002, e, come la volta precedente, insistetti con il mio amico Qiang perchè continuase ad interrogare la gente su Pèere David. In una tenda lungo la strada, dove ci eravamo fermati per cercare qualcosa da mangiare, la ragazza che ci servì un piccantissimo piatto di funghi e lardo di maiale, rispose a Qiang: "E' per caso quel monaco che viveva qui circa 120 anni fa?" "Si è lui!" le risposi io, precedendo Qiang. "Io lo so dove aveva la casa". E ci diede tutte le informazioni per arrivarci.
Si trovava nell'ultima valle della sinistra orografica, a 3000 metri di altitudine. Il nostro arrivo alla missione fu un salto indietro nel tempo di 120 anni. Non riuscivamo a credere ai nostri occhi. Una enorme costruzione di legno ancora ben conservata, che un'iscrizione sulla porta ci confermava essere veramente il Monastero di Père David, ma purtroppo era chiuso a chiave.
Una posizione stupenda, su un poggio con una incomparabile vista sulla valle ancora in gran parte rivestita di foreste, e un paio di casette rurali poco sotto, all'inizio del declivio. Il posto ideale per il David missionario, che amava raccogliersi in preghiera davanti al creatore e immerso nella grandezza del creato, ma sicuramente anche il sogno del David scienziato, che nel 1862 si era trovato dinanzi ad uno scenario naturale incontaminato, un mondo interamente nuovo e da scoprire, com'era la Cina di quei tempi, prima che la deturpassero gli scempi del secolo seguente. Tutti gli animali ed i vegetali che popolavano le foreste della sua mossione erano ancora completamente sconosciuti per la scienza, dal panda maggiolre alla salamandra gigante, e dalle infinite stirpi degli insetti alla maestosità dei rododendri arborei. Solo del genere Rhododendron riuscì ad inviarne in Europa ben 52 specie diverse.
Un tintinnio di chiavi mi distolse dalle riflessioni che l'ambiente ispirava. Un donna stava risalendo la china mostrandoci un mazzo di chiavi esageratamente grandi. Disse di essere la custode della missione, ormai da lungo tempo abbandonata. Ci spalancò la porta di fronte ad un ritratto di Père David vestito all'uso cinese del tempo, ieratico, lo sguardo sottile e profondo di una divinità taoista.
I nostri passi rimbombavano sui pavimenti di legno dei vuoti corridoi, del suo studiolo, delle camerate dei seminaristi, e infine della chiesa, ancora con i banchi e gli arredi sacri originali quasi al completo. La costruzione formava un grande quadrilatero a due piani, con all'interno un giardino, vittima di una desolante incuria, forse un "giardino dei semplici" come si trovava in ogni monastero dell'Europa meridionale, ma da troppo tempo privo dell'amore di colui che l'aveva concepito.
La mia curiosità mi spinse ad infilarmi fra i cespugli, di quali mi era parso trapelare il fogliame chiaro e appuntito di una "mudan", una gigantesca peonia arbustiva. Pensai che doveva avere almeno un secolo tanto era ramificata e ossuta, con rami grandi come un braccio, cento volte squarciati alla biforcazione dal peso della neve e cento volte rinati, fra il groviglio delle parti seccate al suo interno, ma per auanto abbia cercato alle estremità dei rami, non mi fu possibile trovare traccia dei semi né dei follicoli vuoti, segno purtroppo nefasto della mancanza di fioritura già da diversi anni, perchè oltre ad essere stata invasa da cespugli sempreverdi - siamo in una zona climatica al limite del subtropicale - era soffocata e privata della luce dagli alberi che la sovrastavano. Indignato per tanta incuria feci notare alla custode che se non fosse stata liberata al più presto da quei cespugli invasivi e se non gli avessero dato un po' di luce tagliando almeno i rmi più bassi degli alberi, per darle respiro, la peonia di Père David, che già aveva cesato di fiorire, sarebbe presto morta.
"Ma la peonia di Père David non è quella!" rispose divertita la custode, "è quella laggiù!" Mi indicò una modesta peonia erbacea della vegetazione compatta che si trovava ai margini del giardino. Ormai sfiorita aveva esploso i suoi follicoli purpurei, mostrando un pugno di preziosi grani lucenti. Non fu necessario essere molto generosi con la custode per potermi intascare alcuni semi.
Nel nostro giardino di Pagno la Paeonia marie non ha avuto problemi ad ambientarsi; l'anno sucessivo ci ha mostrato il suo primo germoglio e dopo un altro anno il sospirato fiore. Adesso ne ha otto. Nel corso dei miei viaggi ho potuto vedere molte peonie erbacee spontanee certamente più appariscenti di quella, ma la Paeonia marie ha sempre qualcosa in più: ha la dolcezza e l'aura magica del suo scopritore. Ogni anno, appena sciolta la neve, la peonia ha già pronti i suoi gemogli corallini, quando le altre indugieranno per settimane prima di affaciarsi alla nuova avventura della vita. La nostra peonia ha fiori timidi che si aprono con gioia quando brilla il sole, ma si ritraggono offesi non appena muta il tempo. "
Pierfranco Cavazzuti - B&B La Casa del Vescovo-Pagno
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1 commenti:

briatorebb 3 maggio 2010 alle ore 09:23  

Ancora una volta: bravo Franco, avvincente e poetico come tutti i tuoi scritti che conosco. E' un vero peccato che solo pochi (privilegiati) li conoscano.
Riccardo

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